Oggi è molto importante informarsi su quanto costa la Partita IVA, dal momento che si tratta di un’alternativa molto utile per introdursi nel mondo del lavoro, in un periodo in cui la crisi ha cambiato tutto e ha reso difficoltoso il raggiungimento di quello che una volta era il traguardo massimo, ossia il posto fisso con busta paga certa tutti i mesi.
Attualmente la principale alternativa per aprire la Partita IVA senza costi eccessivi è il cosiddetto regime forfettario. Se il reddito è particolarmente alto è invece indicata l’apertura della Partita IVA con regime semplificato e/o ordinario.
Aprire la Partita IVA non ha nessun costo. Gli oneri arrivano man mano che passa il tempo e che l’attività imprenditoriale, qualunque essa sia, va avanti. Per capire quanto costa la Partita IVA è chiaramente necessario fare una distinzione tra contabilità ordinaria e regime forfettario. Ecco i dettagli in questione:
- Contabilità semplificata e/o ordinaria: chi apre una Partita IVA in contabilità semplificata e/o ordinaria deve gestire nel primo caso della contabilità semplificata le voci relative ai costi e ai ricavi. Nel caso della contabilità ordinaria oltre a contabilizzare costi e ricavi occorrerà contabilizzare i movimenti finanziari di cassa e banca, per intenderci dovremo non solo dire che materia prima ho comprato e da chi ma anche come l’ho pagata. Si pagheranno oltre a i contributi pensionistici, le imposte ordinarie iperf irap iva, Scopri come si pagano le imposte. -à
- Regime forfettario: il regime forfettario, come già specificato, è l’unica alternativa a disposizione di chi vuole aprire una Partita IVA usufruendo delle agevolazioni. Come funziona e quali costi ha? Ricordiamo prima di tutto che per aderire è necessario rispettare alcuni requisiti, che vanno dai limiti di reddito – che variano a seconda della tipologia di attività svolta (in questo caso fa fede la classificazione ATECO) – al limite per il personale dipendente che deve essere inferiore a 5.000 euro – al limite di costo complessivo dei beni strumentali che deve essere inferiore a 20.000 euro. Al fine di ottenere una ulteriore agevolazione che consente di pagare solo un imposta sostitutiva del 5 % (contro quella prevista del 15%) per i primi cinque anni occorre che il contribuente non abbia negli ultimi tre anni esercitato la medesima attività d’impresa; non costituisca in alcun modo la prosecuzione di altra attività precedentemente svolta come lavoratore dipendente o autonomo.
In tutti e due i casi prospettati i titolari saranno soggetti al pagamento della gestione previdenziale. In particolare occorrerà a fronte di versamento dei contributi INPS pari a euro mensili 299,92 artigiani e 301,09 commercianti (rispettivamente annui 3.599,03 e 3.613,02) che coprono un reddito pari a 15.548,00 oltre il quale si dovranno versare ulteriori importi pari al 23.10% per artigiani e al 23.19% per commercianti. I contributi fissi si pagheranno poi su base trimestrale il 16 maggio, il 20 agosto, il 16 novembre e il 16 febbraio. I contributi che eccedono il minimale sopra indicato verranno calcolati sulla base delle percentuali previste sopra e versati unitamente ai versamenti previsti per la dichiarazione dei redditi. Nel caso la partita iva non sia ricompresa nelle categorie commercianti, artigiani o liberi professionisti con relativa cassa verseranno solo il 27,72 % degli utili alla gestione separata.